Dott. Ferdinando Landolfi

Medico Chirurgo Specialista in Ortopedia

Epicondilite & PRP

Post 08 Aprile 2012 By In Novita'
gomito del tennista gomito del tennista

gomito del tennista e .......non solo.

Colpite anche le casalinghe o chi è impegnato in lavori occasionali,anche domestici.

L' infiltrazioni di cortisone è il trattamento più di diffuso.

Nei casi resistenti ecco una nuova arma :il trattamento con PRP.

Da alcuni anni è noto il ruolo e l’importanza dei concentrati piastrinici nei meccanismi di riparazione tissutale. Chiamati anche gel pianistrici, si tratta di piccoli frammenti cellulari ricchi di granuli contenuti nel sangue periferico che elaborano, immagazzinano e rilasciano, quando sono attivati, numerosi fattori di crescita capaci di stimolare la replicazione delle cellule di origine mesenchimale (fibroblasti, osteoblasti e cellule endoteliali) esercitando inoltre un’azione chemiotattica verso macrofagi, monociti e polimorfonucleati.

Questa capacità di interferire nei meccanismi di riparazione tissutale ha costituito la base per l’utilizzo del gel piastrinico; l’azione terapeutica del Platelet-Rich Plasma, cioè letteralmente plasma ricco di piastrine (PRP), risiede proprio nei numerosi fattori di crescita (growth factors) contenuti nei granuli piastrinici.

Il PRP si ottiene da un prelievo di sangue venoso processato secondo una procedura di centrifugazione; ne deriva un concentrato piastrinico che rilascia nel sito di inoculazione fattori di crescita in grado di stimolare in maniera naturale e selettiva la rigenerazione e la guarigione del tessuto lesionato.

In particolare, in ambito ortopedico, il PRP viene utilizzato per la cura di patologie ossee, tendinee e legamentose, e, più recentemente, anche nelle patologie infiammatorie tendinee. “Dopo i 30-40 anni, infatti, i tendini sono soggetti ad un fisiologico invecchiamento con perdita di elasticità e resistenza causate da basso turnover metabolico, scarsa vascolarizzazione a livello preinserzionale, microtraumatismi ripetuti (sportivi o lavorativi), precedenti patologie tendinee, malattie metaboliche (iperuricemia, ipertiroidismo), cause iatrogene (per esempio, uso di corticosteroidi, fluorchinolonici)”. “La risposta biologica del tendine lesionato” è sempre in relazione alla vascolarizzazione, alla cellularità, alla innervazione e alla infiammazione. Con i derivati piastrinici (PDGF; TGFa; TGFb; EGF; FGF; IGF; VEGF) è possibile ottenere importanti fattori di espansione cellulare che stimolano la migrazione e la crescita cellulare, la formazione di vasi sanguigni, la sintesi di collagene e la differenziazione cellulare”.

Secondo uno studio condotto dal Dipartimento di Ortopedia dell’Università di Stanford e pubblicato su Am J Sports Med. (2006 Nov; 34(11): 1774-8) il 93% dei pazienti trattati con PRP e sofferenti di epicondilite cronica refrattari ad altri trattamenti hanno ottenuto un successo terapeutico.Abbiamo iniziato ad impiegare ,presso il CTO di Napoli,concentrati piastrinici come fonte di fattori di crescita autologhi sia nella chirurgia ortopedica sia, più recentemente, con infiltrazioni per il trattamento delle tendinopatie”,in particolare nelle tendinopatie non responsive ai trattamenti convenzionali come fisiokinesiterapia, laser, ultrasuoni, FANS, infiltrazioni di steroidi, onde d’urto, e nelle lesioni legamentose extrarticolari”.

E' possibile trattare con le infiltrazioni sia le tendinopatie degli adduttori della coscia, tendinopatie quadrici pitale e rotulea inserzionale, esiti di Morbo di Osgood Schlatter, tendinopatia del tibiale anteriore e posteriore, tendinopatia Achillea anche inserzionale, la fascite plantare, sia le tendinopatie della spalla (cuffia e capo lungo del bicipite) e le tendinopatie inserzionali del gomito (epicondilite ed epitrocleite). In questo modo è possibile evitare l’intervento chirurgico al paziente. Sono stati  dimostrati risultati molto positivi dall’applicazione nelle lesioni  dei legamenti collaterali del ginocchio (di 2° e 3° grado) e in quelle dell’apparato legamentoso della caviglia. In tutti i pazienti trattati non vi sono state complicanze locali né sistemiche, mentre tutti hanno ottenuto risultati incoraggianti per quanto riguarda la risoluzione del dolore e il tempo di recupero.”

La metodica infiltrativa con PRP

Viene utilizzato il sistema Cascade che permette di ottenere un gel piastrinico in matrice di fibrina in grado di mantenere al suo interno le piastrine intatte e garantendo un lento rilascio dei fattori di crescita nel sito di inoculazione. La stessa matrice di fibrina, agendo da scaffold per la proliferazione cellulare indotta dalle citochine, permette di evitare la dispersione dei fattori di crescita garantendo quindi una migliore rigenerazione tessutale. Il sistema Cascade,  inoltre, essendo completamente autologo, non necessita di attivatori esogeni che possono ridurre la qualità del prodotto pianistico così ottenuto. Il razionale di questa metodica si basa sull’ottenimento di un’alta concentrazione locale di piastrine che, rilasciando i fattori di crescita, innesca  amplifica e ottimizza il processo di guarigione”. 

La procedura:

si procede all’allestimento di un campo sterile e si esegue l’infiltrazione di anestetico locale: verificata e ottenuta una buona analgesia si procede all’infiltrazione del PRP.

Si inserisce un ago da 22 gauge nel tendine da trattare con direzione perpendicolare e si inietta il PRP in piccole dosi, cercando di riposizionare l’ago nel tessuto tendineo patologico per 4 – 5 volte come per eseguire delicate scarificazioni; quindi terminata l’infiltrazione si rimuove l’ago, si disinfetta nuovamente, si medica sterilmente e si posiziona del ghiaccio per qualche minuto.

Consigli pratici:

  1. dopo l’infiltrazione, che può essere ripetuta anche a distanza di 1 settimana, è utile il riposo per qualche giorno, applicazioni locali di ghiaccio e limitare le attività nei successivi 10 gg.
  2. il fumo e i FANS, in particolare l’acido acetil-salicilico, possano influenzare negativamente la risposta dei tessuti al PRP.
  3. È sempre importante, come per tutte le terapie in generale, una accurata anamnesi che possa verificare le corrette indicazioni e controindicazioni (emopatie, malattie sistemiche, immunodeficienze, infezioni) e la partecipazione del paziente che deve essere ovviamente informato sulla metodica.
  4. Il risultato non è immediato in quanto il processo di guarigione del tessuto richiede tempo, anche se si può assistere frequentemente ad una riduzione del dolore già poche ore dopo l’infiltrazione.
  5. Le patologie tendinee rappresentano un problema spesso di difficile soluzione terapeutica specialmente nelle forme croniche.
  6. Come per tutte le metodiche è indispensabile una corretta indicazione e una precisa tecnica di esecuzione della procedura.


 

Last modified on Lunedì, 23 Aprile 2012 08:58

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