IL PIEDE
- By ferdinando landolfi
- In: Categoria delle Patologie
- 10 Mar 2012
Il ginocchio affetto da artrosi è spesso anche deformato o arcuato in varismo.
In questi casi si possono utilizzare delle placche per raddrizzare la tibia.
Gli effetti di tale intervento consentono la scomparsa del dolore per un discreto lasso di tempo.
Le osteotomie correttive del ginocchio furono originariamente introdotte come un’alternativa all’artroprotesi di ginocchio in pazienti più giovani affetti da un’artopatia degenerativa. Tuttavia, i progressi nella tecnologia e nelle tecniche chirurgiche e l’eccellente esperienza clinica con l’artroprotesi di ginocchio, hanno ampliato le indicazioni per la sostituzione articolare e ridimensionato il ruolo delle osteotomie. Sebbene le indicazioni siano divenute più limitate, esiste ancora una popolazione di pazienti per i quali questa è una tecnica chirurgica proponibile.
Diverse sono le cause di ginocchio varo, le più frequenti sono: morfotipo costituzionale varo, forme acquisite infantili o adolescenziali (M. di Blount), sovraccarico funzionale (attività sportive o lavorative pesanti) o ponderale, esiti di fratture ed esiti di meniscectomie mediali.
L’obbiettivo delle osteotomie valgizzanti o varizzanti è quello di riallineare l’asse meccanico dell’arto inferiore, trasferendo il sovraccarico dal compartimento mediale o laterale danneggiato a quello controlaterale relativamente integro creando quindi una ipercorrezione. L’effetto principale della osteotomia è la riduzione del dolore e della potenziale rigenerazione della cartilagine (fibrocartilagine). Inoltre si ottiene un effetto biologico di rivascolarizzazione dell’osso con conseguente diminuzione della pressione venosa intraossea.
I risultati sono buoni con netto miglioramento della sintomatologia dolorosa, buona correzione dell’asse femoro-tibiale e consolidazione dell’osteotomia.
Testo del quinto elemento.